Recensioni

La post modernità nel cinema di Wes Craven

Dopo aver fatto una breve ma accurata recensione sul quarto capitolo della serie Scream, è giusto dedicare una parentesi al suo grande regista ossia Wes Craven,  un artista visivo a cui va il merito di aver modificato il modo di vedere sia il genere horror che quello thriller secondo linee interpretative che oltrepassano ogni cliché. Uno dei punti più alti della genialità di Craven emerge “dal profondo delle tenebre” dell’ ultimo capitolo della saga Nightmare da lui diretto, dove mescola finzione cinematografica e realtà. Wes Craven è riuscito nella sua filmografia a mettere al segno diverse pellicole vincenti come L’ultima casa a sinistra(1972) e Il serpente e l’arcobaleno(1988), che gli hanno dato la possibilità di mettersi in discussione come padre del new-horror anni ’70. È però Nightmare dal profondo della notte (1984) , il film per il quale sarà ricordato prima dell‟uscita dei più recenti Scream(1996-2010). Il picco creativo è raggiunto dal regista proprio quando deve rivisitare il personaggio Freddy Krueger nel suo geniale sequel Ni-ghtmare Nuovo Incubo(1994) . Film che ridà un‟ aura alla figura dell‟ inquietante “boo-geyman” armato d‟artigli. Infatti nei precedenti sequel il personaggio era stato completamente demolito diventando sempre più grottesco e meno vicino alle atmosfere Craveniane, basti pensare che ne trassero addirittura una mediocre serie televisiva dal titolo Freddy’s Nightmares (registi vari, 1988-1990) . La rivisitazione Craveniana dà in questo seguito una prospettiva inedita, compiendo un‟ innovativa operazione metacinematografica: agli scenari cupi degli esordi fonde elementi reali, fino a comparire nei panni di se stesso. Un coinvolgimento che intrappola tutta la produzione del film, a partire dall‟attrice Heather Langencamp che nel primo Nightmare interpretava Nancy a finire al mitico Robert Englund che qui lotta con il riflesso della sua creatura Freddy Krueger. Wes Craven costruisce intorno alla figura di Kruger una dimensione pseudo reale, utilizzando espedienti narrativi tratti dai fatti di cronaca come le spaventose scosse di terremoto che colpirono la California a cavallo degli anni ’80 e ’90, che nel corso della pellicola si ripetono attribuendone la causa alla primordiale forza oscura del personaggio così l’ incubo Craveniano prende piede nella realtà sotto la rincarnazione del male più oscuro, il cui unico obiettivo è eliminare ogni traccia di innocenza. Ed è il figlio dell’attrice, Dylan, il primo innocente a finire posseduto dalla demoniaca presenza; sul finale ci regala una divertente citazione riporto dal film L’esorcista (William Friedkin, 1973), quando lancia un getto di vomito contro la madre allo stesso modo di come fece la allora piccola Linda Blair nel pellicola di William Friedkin. Freddy Krueger è come un genio maligno della lampada imprigionato in un mondo a due dimensioni che non gli basta più, sembra un Tom Baxter de La rosa purpurea del Cairo al negativo. Deve fuoriuscire dallo schermo ed espandere la sua malignità nella realtà, un incubo che sorpassa e doppia quelli delle pellicole commerciali precedenti.  Possiamo infine classificare New Nightmare come un capitolo a parte della serie, incompreso dai fan ma amato dalla critica. Arma vincente non si cambia sembra aver pensato Craven, anche se saranno altre le lame protagoniste del suo prossimo lavoro, infatti tre anni dopo l’ uscita di Nightmare il nuovo incubo  per la sceneggiatura di Kevin Williamson dà vita a quello che sarà un vero e proprio fenomeno di costume nell’horror fine anni ’90; stiamo parlando della trilogia Scream( attualmente rivisitata con un quarto capitolo) : la prima pellicola in assoluto a dettare le leggi e le istruzioni per sopravvivere in un film dell‟orrore : Numero 1: Non bisogna mai fare sesso.(Molte coppie nei film horror vengono uccise proprio dopo averlo fatto, come in alcuni “Venerdì 13”) Numero 2: Non bisogna mai ubriacarsi o drogarsi, in quanto è peccato per estensione della regola numero 1. Numero 3: Non bisogna mai dire “Torno subito” perché poi non si torna più.(Spesso nei film horror le vittime vengono uccise dopo essersi allontanate dal gruppo di amici ed essere rimaste sole).1 Scream è un grandissimo contenitore di riferimenti ad altre pellicole, a partire dal Killer che per telefono chiede alla sua potenziale vittima quale film horror preferisce, passando dallo stesso regista che compare impersonando un insolito bidello vestito come Freddy Kruger e a finire al personaggio totalmente immerso nell’attuale epoca postmoderna, Randy, un cinefilo da videoteca, che come già descritto arriva ad elencare le regole per sopravvivere in un film horror, personificando la volontà del regista e dello sceneggiatore di non prendersi troppo sul serio. L’apoteosi della citazione in questo film si raggiunge quando Randy guarda Halloween in videocassetta, lasciandosi trasportare così tanto dalla fruizione spettatoriale da non accorgersi che il killer è dietro di lui, proprio come sta dietro a Jamie Lee Curtis in televisione. Questo emblema della visione viene ancor di più potenziato dalla protagonista che, assieme ad un operatore di ripresa, monitorizza Randy in pericolo dal furgone della regia tv, proprio come se guardasse un film, ma si accorge troppo tardi che il video è in differita.Il gioco di Craven continua quando una ragazza prende sullo scherzo il killer che tenta di ucciderla e afferma che vorrebbe girare anche il seguito di quel metafilm che la vede protagonista. E ancora quando il ragazzo di Sidney (Neve Campbell) cerca di avere un rapporto con lei e dice:<< tutto è un film, solo che si può scegliere il genere>> e successivamente, quando si scopre che è lui l’assassino, ammette:<< i film non fanno nascere nuovi pazzi, li fanno diventare più creativi>>.Il secondo capitolo si apre invece con un prologo in un cinema, durante la proiezione di Stab, pellicola commerciale con gadget annessi che cita le vicende del primo Scream come se fossero state reali. La protagonista di colore all’inizio di Scream 2, muore dopo aver detto che la sua razza ha sempre ruoli minori nei film horror. Inoltre questo secondo capitolo ha anche un aspetto didattico, poiché c’è una scena ambientata durante una lezione di cinema dove si discute su quali siano i migliori sequel cinematografici. Vengono citati film come Il padrino e Terminator, rimane ancora il metacinema protagonista indiscusso della pellicola. È nel terzo capitolo della saga che si tocca la vetta più alta di questa autoreferenzialità, dove in un chiaro esempio di cinema espanso, Randy(il cinefilo citazionista) che era rimasto vittima del killer nel secondo film, lascia un video in cui detta nuove regole dove emergono retroscena inaspettati e incongruenze sul passato in un mix sovraccarico di informazioni. Inoltre, gli omicidi questa volta si susseguono sul set del film Stab 3, terzo atto della saga immaginaria parallela. La genialità della pellicola Craveniana consiste nell’essere riuscito a sovvertire il genere horror, imbottendolo di citazioni continue in un gioco metacinematografico che a volte risulta essere anche parodico. Il quarto capitolo infine non rappresenta altro che un restyling del primo capitolo, attualizzato per le nuove generazioni. 1. http://it.wikipedia.org/wiki/Scream_(film)

Gianluca Sia

Essere un Filmaker vuol dire, prima ancora di produrre, di avere un bisogno quasi fisiologico di conoscenza e di analisi multisfaccettata del mondo esplicito ed implicito che si cela aldilà del grande o piccolo schermo. Da questo nasce la mia passione, enfatizzata dal percorso di studi ed esplosa sia nel lavoro che nella vita sociale; ammetto di essere un po' nerd, ma mi piace l'idea di avere un peso sui miei amici per quanto riguarda la scelta del film o della serie TV che vale la pena guardare.