Recensioni

Un medico in famiglia 7: La rinascita

Ed ecco di nuovo la famiglia Martini, dopo 14 anni ancora insieme per questa settima stagione che Rai Uno sta trasmettendo nel doppio appuntamento di  Domenica e Giovedì sera in prima serata.Questa serie è nata nel 1998, acquisendo un format spagnolo  “Mèdico de familia” , puntando però sull’ironia di Lino Banfi per cambiarlo di tono variando i contenuti della serie originale ritenuti troppo drammatici.  Ora però quello che sembrano volerci dire gli autori è “Dimenticate  Lino Banfi” poiché questa volta hanno effettuato un vero e proprio restyling della Prima Stagione che ormai nessuno ricorda più; quindi vorrei un po’ descriverla io: nel 1998 nonno Libero aiutava il figlio Lele a crescere da padre vedovo la propria famiglia composta da tre figli, Maria, Ciccio e Annuncia. La particolarità di questa prima stagione è che era composta da ben 50 episodi rispetto ai 26 delle serie successive in cui nonno libero era una figura onnipresente a casa martini assieme a Cettina (la ragazza alla pari che fingeva di essere rumena per farsi dare il lavoro) e il suo fidanzato Giacinto(un personaggio goffo ma dal cuore d’oro), interpretato da Enrico Brignano(l’unico del cast giovane a brillare nell’olimpo delle star italiane). Sembra però che di questa prima serie la Rai ne voglia far sparire le tracce perché ogni volta che programmano le repliche(di solito nella fascia pomeridiana estiva) si avviano direttamente a partire dalla seconda stagione se non addirittura dalla terza. Ed è questa l’arma a favore degli autori per far risorgere questo telefilm (veniva dato per spacciato al finire della quinta stagione) anche senza la presenza di Lino Banfi; prima parlavo di restyling vediamo il perché partendo dai titoli di testa della settima serie: Giulio Scarpati e Margot Sikabonyi in Un Medico in Famiglia 7 Nella prima serie apparivano invece così: Lino Banfi e Giulio Scarpati in Un medico in famiglia Questa sigla già ci fa capire lo scopo degli autori: rinnovare il running plot aggiornandolo per le nuove generazioni quindi per un pubblico più giovane. Se prima era il figlio di nonno Libero Lele ad essere vedovo, ora è a sua volta sua figlia Maria ad esserlo, sempre per colpa di un incidente automobilistico(sempre e solo raccontato), il tutto però viene contornato da numerosissimi personaggi di contorno, che arricchiscono di gran lunga la storia degli episodi rendendo il telefilm pieno di situazioni comiche e drammatiche allo stesso tempo. Pensiamo a Cettina e a Giacinto, non so più nel cast ma i loro reciproci personaggi vivono nei nuovi ruoli di Melina e Dante. Insomma si parte proprio dal principio, questa settima serie che è sempre in testa ai dati d’ascolto potrebbe dar vita tranquillamente ad altre stagioni, poiché gli autori hanno tessuto una struttura drammatica retta da grandi interpretazioni. Certo alcuni ruoli sono un po’ troppo caricaturati però funzionano ugualmente e fanno sorridere. Sinceramente ero scettico sulla riuscita di questa nuova serie, però mi sono ricreduto, le storie sono forti e non fanno sentire la mancanza di Lino Banfi come invece pensavo. Rimane ovviamente una mossa commerciale astuta, perché bloccata la messa in onda della prima stagione, l’idea di ripetitività viene sorvolata, nessuno se la ricorda più. Certo per continuare deve mantenere lo stesso cast e non fare altre varianze nel copione che poi portano a delle incongruenze terribili, ne cito solo una: il  personaggio di Annuccia, nella sesta serie aveva quindici anni ma ora nella settima che è ambientata tre anni dopo la conclusione della precedente stagione continua ad avere sempre la stessa età, insomma hanno trovato un escamotage alla “Lisa Simpson” per far proseguire le storie, facendo passare gli anni ma facendo crescere solo i personaggi che interessano maggiormente al pubblico. Voglio concludere con un pronostico, credo proprio che La famiglia Martini andrà avanti fino alla decima stagione un po’ come Friends (vale la regola però riferita a tutti i componenti del cast “o tutti o nessuno”), nella speranza che alla fine non ricominci tutto d’accapo con Bobò vedovo e Lele sempre li pronto a dargli una mano o peggio ancora Nonno Libero Ibernato magari in un futuro post apocalittico dove sono i suoi tanto amati caciocavallo a prendere il controllo su quel che resta della  famiglia Martini.

Gianluca Sia

Essere un Filmaker vuol dire, prima ancora di produrre, di avere un bisogno quasi fisiologico di conoscenza e di analisi multisfaccettata del mondo esplicito ed implicito che si cela aldilà del grande o piccolo schermo. Da questo nasce la mia passione, enfatizzata dal percorso di studi ed esplosa sia nel lavoro che nella vita sociale; ammetto di essere un po' nerd, ma mi piace l'idea di avere un peso sui miei amici per quanto riguarda la scelta del film o della serie TV che vale la pena guardare.